I dischi dei Baustelle sono sempre tanto attesi perchè non escono tanto spesso. E se questi sono i risultati, meno male. Fantasma si è aggiudicato la mia momentanea finta rinuncia alla pirateria.
Da persona coscenziosa che sa dare il giusto valore economico alla musica – il giusto che?! – di buon mattino mi reco alla Fnac e la commessa, neanche avessi chiesto una qualità di verdura da orto, mi risponde: i Baustelle non li trattiamo. Silenzio. Grazie e arrivederci e a mai più.
A passo spedito mi dirigo verso la Feltrinelli Ricordi e Tante Care Cose a casa. Hanno anche messo La morte(non esiste più),secondo singolo dell’album. Prendo e porto via.
Per giudicare bene il disco devo metterlo a ripetizione almeno quattro volte sulla Milano Venezia TiPiacerebbeSoloAndata. Poi devo leggere i testi nel libretto, poi devo cantare le canzoni sul cd e alla fine riesco ad esprimere un parere sull’opera.
Tralasciamo le banalità sulla copertina alla Klimt con la bambina che dorme/è già morta che ricorda l’attrice Nicoletta Elmi, bambina di Profondo Rosso? Si, grazie.
Trattasi di concept album, sì non aspettatevi le architetture narrative di De André ma qualcosa c’è grazie anche agli intermezzi strumentali a metà tra la colonna sonora e il thriller
Influenze evidenti: De André in Il Futuro, Morricone in alcuni cori e melodie finali che rendono l’album un pò cinematografico. A Bianconi piace vincere facile. In ogni caso, se siete nostalgici di quei mondi, il disco è fatto per voi. Ho detto per voi nostalgici e non per voi puristi della musica colta perchè Bianconi in fondo, lo sappiamo, pompa un pò dei testi narrativamente poco corposi, rendendo tutto inspiegabilmente misterioso e complesso. In realtà credo che sia tutto molto meno serio di come appare.
La morte delle atmosfere di Poe e Baudelaire è, per chi non è più un adolescente, un tema a tratti retorico. Infatti si va oltre in maniera anche originale con pezzi tipo Monumentale, il cui titolo mi dicono dalla regia non si riferisca necessariamente al celebre cimitero milanese.
Alla fine del terzo ascolto siamo proprio contenti di andare al concerto a sentire i Baustelle e tutta l’orchestra polacca da loro ingaggiata per risparmiare. Avete qualcosa contro i polacchi?